Cremlino, Mosca. Una
donna
bionda in abito da sera si avvicina con disinvoltura al palco, dove sta
parlando il Presidente della Federazione Russa affiancato dal Primo Ministro.
Con occhio
professionale inquadra i suoi bersagli e solleva con calma il braccio destro
mentre attiva a piena potenza la carica del suo Morso di Vedova mimetizzato nel
bracciale. Basterà un solo colpo per ciascuno per ucciderli senza scampo,
pensa.
-NO!-
Un
bastone saetta nell’aria e le devia il colpo quanto basta perché il suo bersaglio
si salvi.
Lei
esita solo un istante e si tuffa verso il palco evitando gli agenti del
Servizio di Sicurezza Presidenziale o abbattendoli, aprendosi la strada verso
il Presidente e il Primo Ministro mentre gli agenti cercano di portarli via, al
sicuro.
Nessuno riesce a
fermarla e il Generale Vladimir Maksimovitch Menikov, Direttore del F.S.B.[1]
non ha dubbi su chi sia veramente la donna che gli hanno presentato come
Penelope Bryce.
-Romanova.- sussurra.
Improvvisamente
vede, l’uomo dai capelli neri e occhiali scuri che gli è stato presentato come
John Bryce saltare agilmente davanti alla Vedova Nera.
-Fermati, Natasha.- le dice -Non sai quello
che fai.-
-Togliti di mezzo, Matt.- replica lei -O
dovrò uccidere anche te.-
Nella
confusione Menikov non riesce a sentire quel che si dicono ma una cosa la sa:
-Prendete quei due!- urla -Hanno tentato di
uccidere il Presidente. Non fateli scappare.-
Gli
uomini della Sicurezza Presidenziale saltano addosso alla donna travestita che
in realtà è Natalia Alianovna Romanova, l’originale e letale Vedova Nera. È
gente che ha ricevuto un addestramento nei corpi speciali, combattenti in
gamba. Non hanno pistole, sanno che in un ambiente così ristretto
rischierebbero di colpirsi a vicenda. Sono in tanti ma non riescono comunque a
trattenerla. La fortuna, però, l’abbandona: qualcosa la colpisce alla testa
stordendola, poi un calcio che la raggiunge al mento e un altro colpo la prende
alla schiena. Le sono tutti addosso e lei perde i sensi.
Il suo ultimo
pensiero non è per la missione fallita ma per il suo compagno che per fortuna è
riuscito a scappare, poi tutto diventa nero.
COMPLOTTI
di CARLO
MONNI
(con
personaggi e concetti di FABIO VOLINO)
Editor: GIUSEPPE FELICI
1.
Ekaterina Aleksandrovna Bulikova scuote la testa incredula.
-La Romanova ha cercato di
uccidere il Presidente e il Primo Ministro? Ma non ha senso, non è da lei!-
esclama.
-E chi può saperlo con una
come lei?- ribatte Vladimir Menikov -Da quando ha lasciato la Russia, ha
lavorato con lo S.H.I.E.L.D. e anche con i servizi segreti americani. Forse
Nick Fury voleva vendicarsi perché la Federazione ha espulso lo S.H.I.E.L.D. o
forse gli americani hanno organizzato una rappresaglia pensando che fossimo
stati davvero noi a mandare la Vedova Rossa ad uccidere il loro Presidente.-[2]
-Assurdo. Non puoi crederci
veramente, Vova.[3] Deve esserci qualcos’altro
sotto. Avrei voluto essere lì con te, ma non mi sentivo ancora pronta per
un’uscita pubblica di quel tipo, errore mio.-
-Rimane il fatto che la ex
Vedova Nera ha tentato di uccidere il nostro Presidente. Un tempo l’ammiravo ma
ora devo arrendermi all’evidenza: è solo una sporca traditrice.-
-Non era sola, vero?-
-C’era un uomo con lei, usava
l’identità di suo marito. È riuscito a scappare e dal modo in cui si è
comportato, credo si trattasse del supereroe americano Devil, con cui è stata
vista spesso ultimamente.-
Ha ancora meno senso, pensa Katrina, da quel che sa di Devil,
non si renderebbe mai complice di un omicidio politico. C’è indubbiamente
qualcosa di poco chiaro in tutta la vicenda ma Menikov non sembra volerlo
capire.
-Dov’è adesso la Romanova?-
chiede la giovane donna.
-L’ho fatta portare alla
Lubyanka[4] e
l’ho interrogata ma lei non ha detto niente, anzi si è comportata in modo
arrogante e sprezzante.-[5]
-Lascia che sia io ad
interrogarla la prossima volta. Sai che so essere molto persuasiva. A me dirà
tutto, vedrai, e sono certa che la convertirò alla nostra causa.-
-Come tu desideri, Katrina.-
risponde in tono remissivo Menikov.
Katrina Bulikova fa un sorriso maligno.
Il Guardiano Rosso è ancora più incredulo della sua
compagna di squadra. Anche se sono separati da molti anni, ritiene di conoscere
la sua ex moglie ancora molto bene e Natasha non avrebbe mai fatto di sua
spontanea volontà quello di cui è accusata: deve essere stata in qualche modo
costretta.
Il
tempo cambia le persone, Alexi Alanovitch Shostakov lo sa molto bene e sa anche
che Natasha è stata addestrata ad uccidere a sangue freddo i bersagli che le
fossero stati indicati, ma questo caso è diverso: uccidere il Presidente e il
Primo Ministro in mezzo al pubblico durante un ricevimento con poche o nulle
possibilità di fuggire non è davvero nel suo stile. Qualcuno l’ha incastrata:
le ha fatto il lavaggio del cervello e l’ha mandata allo sbaraglio come un
agnello sacrificale. Se vuole salvarla, deve scoprire chi.
E se
c’è una cosa di cui Alexi è certo, è che non lascerà che la donna che amava sia
bollata come traditrice ed assassina se lui può fare qualcosa per riabilitare
il suo nome.
Il
luogo è un club esclusivo riservato solo a clienti selezionati. Un tempo il
Colonnello-Generale Valentin Vladimirovitch Shatalov vi sarebbe stato ammesso
senza discussioni ma questo era prima che diventasse un paria tra i suoi
simili. Oggi è qui su invito e nessuno mette in dubbio il suo diritto ad
esserci. Nessuna divisa, però, stasera, quel tempo è finito per lui, solo un
elegante completo nero.
In
un salottino riservato lo attende un uomo dai capelli e barba neri
abbondantemente spruzzati di bianco che dimostra tra i cinquanta ed i
sessant’anni.
-Valentin Vladimirovitch, ti
trovo in forma.- lo saluta cordialmente.
-Grazie, mi tengo in
esercizio.- replica Shatalov sedendosi davanti all’altro -Anche tu non stai
male Aleksandr Vassilievitch.-
Aleksandr Lukin sorride e aggiunge:
-Ammetto di essere rimasto
sorpreso quando la tua amica mi ha fatto avere il tuo messaggio. Di questi
tempi è raro trovarsi davanti un messaggero in carne ed ossa. Bella ragazza a
proposito.-
-Dovevo essere sicuro di
poterti vedere in privato e non potevo rischiare che le mie comunicazioni
fossero intercettate, così sono ricorso ad un’amica.- precisa Shatalov -Sapevo
che ti avrebbe colpito: hai sempre avuto un debole per le belle donne, come me
del resto. Ho saputo che la mia ex fidanzata Yelena Andreievna Brement si è
dimessa dal G.R.U.[6] ed è diventata il capo
della sicurezza della tua azienda.-
-È una donna in gamba, oltre
ad essere bella, proprio la persona che mi serviva. Sono contento che abbia
accettato la mia offerta.-
-Te le sei anche portata a
letto?-
Lukin abbozza un sorriso e chiede:
-La cosa ti darebbe
fastidio?-
Shatalov ridacchia e ribatte:
-Non me ne importa, non da
quando lei mi ha arrestato la prima volta.[7] Quel
che le accade e quel che fa ora non mi riguarda più ormai. Ma adesso parliamo
di cose serie.-
-Non aspetto altro.- ribatte
Lukin -Per vederti ho rinunciato ad un ricevimento al Cremlino, non farmene
pentire.-
-Se parliamo del ricevimento
in cui la Vedova Nera ha tentato di uccidere il Presidente, forse non hai fatto
un cattivo affare.-
-Ti è già arrivata la
notizia? Non è che c’entri qualcosa?-
-Non ho più quel tipo di
potere e tu, piuttosto? I mezzi li avresti, dopotutto tu sei l’ultimo rimasto
dei capi del Progetto Remont ed io
sono uno dei pochi a saperlo.-
-Tu e Stalyenko,[8] ad
essere precisi. Eravamo noi la troika
di comando.-
-Non hai paura che Stalyenko
faccia il tuo nome, prima o poi?-
-Stalyenko è un duro e non
parlerà, ne sono sicuro, ma parliamo piuttosto di te, Valentin Vladimirovitch.
Che posso fare per te?-
-Aiutarmi ad ottenere il mio
scopo: impadronirmi della Guardia d’Inverno.-
-Un progetto ambizioso ma se
qualcuno può riuscirci, quello sei tu. Parliamone, ma prima…-
Lukin chiama una cameriera succintamente vestita.
-Tesoro, portaci il menu.-
-Subito, signore.
-Si parla meglio a stomaco
pieno, non credi?- dice.
Shatalov non può che concordare.
2.
Base Aerea NATO di Ramstein,
Germania, temporanea dimora degli esuli della Guardia d’Inverno in attesa di
risposta alla loro domanda di asilo politico.
-È incredibile!- esclama una
sconcertata Laynia Petrovna, ovvero l’originale Stella Nera, entrando nella
palestra dove i suoi compagni di sventura si stanno allenando.
-Cosa?- le chiede suo
fratello Nikolai Krylenko ovvero Vanguard.
-Stavo guardando un
notiziario online e c’è scritto che la Vedova Nera ha tentato di uccidere il
Presidente ed il Primo Ministro ieri sera a Mosca.- risponde una perplessa
Laynia.
-E perché la Belova avrebbe
dovuto voler uccidere il nostro Presidente?-
-Non lei, l’altra Vedova
Nera: la Romanova.-
-La Romanova ha defezionato
per gli Stati Uniti anni fa.- commenta Mikhail Uriokovitch Ursus, meglio noto Ursa
Major -Ora lavora per lo S.H.I.E.L.D. e i servizi segreti americani. Forse sono
stati loro a commissionarle l’attentato.-
-Mi meraviglio di te,
Misha.-[9]
ribatte Stella Nera -Quante volte Yuri Brevlov[10] si è
dimostrato nostro amico? Credi davvero che avrebbe approvato un simile
complotto?-
Ursa Major tace, colpito dalle parole della donna di cui
è segretamente innamorato.
-C’è un’altra cosa.-
interviene Vanguard sollevando lo sguardo dal suo palmare -Non ho grossi
problemi a pensare che possa aver accettato di compiere un assassinio politico,
ma da quel che so di lei, Natalia Alianovna è troppo scaltra per compierlo
davanti a tutti facendosi anche catturare.-
-Esattamente quello che penso
anch’io.- conviene Laynia -Secondo me è stata incastrata o le hanno fatto il
lavaggio del cervello.-
-Pensi ad un altro trucco di
Menikov?- chiede Ursa Major.
-Non so cosa pensare.-
ammette la ragazza -Mi piacerebbe saperne di più e magari fare qualcosa ma…-
-Ma tornare in Russia per
noi è impossibile adesso.- finisce per lei il suo gemello -Siamo anche noi dei
ricercati, anche se ingiustamente. Dovrà occuparsene qualcun altro.-
Sua sorella non può far altro che annuire sconsolata.
Berna, capitale dell’omonimo Cantone e dell’intera
Confederazione Elvetica, non è abituata alle colorate e pittoresche figure
chiamate supereroi e supercriminali, così, quando tre di esse compaiono
improvvisamente in una delle sue piazze più importanti, è comprensibile che
attirino l’attenzione.
-Ecco il vostro obiettivo.-
dice un uomo alto e magro dal naso aquilino, vestito di verde e giallo con
sulla testa un elmo con lunghe corna ricurve indicando l’edificio davanti a
loro -Lì si trova la Pietra delle Norne che dovete prendere per me.-
-Fammi capire…- ribatte
Sonia Elios, la bionda supereroina italiana che si fa chiamare Sun -… tu
vorresti che noi rapinassimo una banca per te? Devi essere del tutto fuori di
testa, amico.-
Il dio norreno di nome Loki la ignora
platealmente e si rivolge all’uomo al suo fianco: alto un paio di metri massiccio,
petto nudo, barba e capelli fluenti e castani, mantello rosso ed elmo alato in
testa:
-Tu che mi dici, Perun? Là
dentro c’è il mezzo che ti permetterà di abbandonare il pesante fardello della
divinità. Vuoi portarmelo così che io possa adempiere alla mia promessa di
farti tornare umano per sempre?-
-La promessa di uno che si
fa chiamare dio dell’Inganno? Non fidarti, bello.- replica Sun.
Perun, dio del Tuono dei popoli slavi, tace riflettendo,
poi prende una decisione e dopo aver lanciato un grido di guerra si scaglia
contro l’edificio.
-Tutto muscoli e niente
cervello.- sospira Sonia e gli corre dietro voltandosi un attimo per gridare a
Loki:-Io e te dovremo fare un bel discorsetto, amico.-
Ma il dio dell’inganno è sparito.
Dalla vetrata panoramica del suo ufficio di Responsabile
della Sicurezza della Kronas Inc. Yelena Andreievna Brement lascia che il suo
sguardo si perda nell’orizzonte ma in realtà non sta davvero guardando: i suoi
pensieri sono concentrati su altro, ovvero la sua vera missione: spiare il capo
della Kronas Aleksandr Vassilievitch Lukin per conto del G.R.U. e riferire le
sue scoperte al suo superiore. Le sue dimissioni sono state solo una finta.
Pur immersa nelle sue riflessioni, è troppo esperta per
non sentire l’uomo che è appena entrato nella stanza.
-Alek…- gli si rivolge -…
entri sempre negli uffici dei tuoi dipendenti senza bussare?-
-Sono il capo e lavorano per
me, quindi perché no?- ribatte sorridendo Aleksandr Lukin -La cosa ti
disturba?-
La donna scuote il capo e risponde:
-No, non ho certo segreti
per te, Alek.-
-Voglio sperarlo Alyona,[11]
Ti ho assunto perché tu scoprissi i segreti altrui, non perché ne abbia tu.-
-E dei tuoi segreti, che mi dici Alek?-
-A cosa vuoi alludere?-
-Stamani sei andato in un certo locale da solo, senza scorta e senza
avvisarmi.-
-E tu come lo sai?-
Yelena Brement sorride.
-Ho i miei mezzi. Dopotutto mi hai assunto proprio per la mia
efficienza.-
Lukin ricambia il
sorriso.
-Volevo solo rilassarmi un po’ e quello mi sembrava il posto giusto. Non
sarai gelosa per caso Alyona?-
-Siamo solo andati a letto insieme, Alek. Non sei certo il primo uomo con
cui l’ho fatto e forse non sarai l’ultimo. Non ci siamo scambiati promesse di
amore eterno, mi pare.-
-Quanto cinismo. Shatalov ha fatto seri danni al tuo cuore, vedo.-
-Lui non c’entra e non voglio parlarne. Il punto, Alek, è che non posso
proteggerti a dovere se non so dove vai e chi vedi.-
-Me ne ricorderò.-
-Lo spero proprio. Non devi tagliarmi fuori mai più Alek.-
O altrimenti non potrò
scoprire tutto ciò che nascondi, pensa la donna.
3.
Berna, Svizzera. Perun
entra nella banca con la grazia di un elefante in una cristalleria. Le guardie
di sicurezza fanno quel che devono fare: gli sparano ma lui rotea la sua ascia
e non solo respinge i proiettili ma crea un piccolo vortice che manda le
guardie contro la vicina parete.
Raggiunge il caveau e ne
strappa il portello con irrisoria facilità. Ha appena fatto un passo
all’interno che una voce lo apostrofa:
-Sorpresa!-
Un attimo dopo qualcosa
di estremamente potente lo colpisce in pieno petto facendolo volare fuori dalla
stanza blindata.
Il nome dell’uomo è
Andrei Andreievitch Rostov ed è stato molte cose nella sua vita: agente dei
servizi segreti russi, addestratore nel programma noto come Stanza Rossa,
terrorista internazionale. Quasi tutti lo credono morto e quei pochi che sanno
che è ancora vivo sono al suo servizio... come la donna che sta entrando nella
piccola dacia fuori Mosca: la Presidente del Consiglio della Federazione Russa,
la Camera Alta del Parlamento, terza in linea di successione alla Presidenza.
-Benvenuta Irina Dimitrova.-
la saluta.-È sempre un piacere rivederti.-
-Sei sempre galante, Andrei
Andreievitch.- risponde la donna -Sono consapevole che gli anni sono passati ed
hanno lasciato il segno, ma non siamo qui per scambiarci complimenti. Immagino
che tu sappia perché ho voluto vederti.-
-Per discutere di quello che
è accaduto ieri sera al Cremlino ovviamente. Ammetto che
speravo che la Romanova riuscisse nel suo intento ma ho già preso le adeguate
contromisure. Ti assicuro, Irina, che, entro 24 ore tu sarai la prima donna
Presidente della Russia.-
E sarai la serva fedele del Consorzio Ombra, pensa
Rostov.
-Stiamo facendo un gioco
pericoloso, Andrei, e se qualcosa va storto…-
-Allora, mia cara, non avremo
certo il tempo di pentircene.-
La reazione del Guardiano Rosso è decisamente
prevedibile:
-Come sarebbe a dire che non
posso vederla?- urla sbattendo il pugno sulla scrivania del Direttore del
F.S.B.
Vladimir Maksimovitch Menikov sostiene il suo sguardo
furente e risponde:
-Le cose stanno così,
Compagno Guardiano. La traditrice Romanova è detenuta in isolamento e nessuno
può vederla a parte me.-
-Ma lei è…-
-Nulla. Non è nulla per te.
Non ricordi che avete divorziato? Non hai alcun diritto di vederla ed io non
intendo concederti il permesso di farlo.-
-Non finisce qui, compagno
Direttore, stanne certo.-
-Visto il tuo atteggiamento,
mi trovo costretto a sollevarti dai tuoi doveri di capo della Guardia d’Inverno
con effetto immediato,-
-Non puoi.-
-Posso e l’ho appena fatto.-
Il Guardiano Rosso serra le labbra trattenendosi a stento
dal replicare poi esce dall’ufficio sbattendosi la porta alle spalle. Subito
dopo, da una porticina laterale, escono Katrina Bulikova, nella sua tenuta da
Stella Nera, e Dimitri Bukharin.
-Ci darà dei problemi, me lo
sento.- afferma quest’ultimo.
-Potevi intervenire…- dice
Menikov a Katrina -Potevi… persuaderlo.-
-Nel suo stato attuale, con
il turbinio di emozioni che lo muove è difficilmente manipolabile.- replica la
donna.
-Se farà qualcosa di
avventato…- inizia a dire Dimitri.
-Me ne prenderò cura, sta
tranquillo. Non gli permetterò di danneggiare i miei piani.-
4.
È Sun la prima a riconoscere
chi ha sparato a Perun:
-Maverick, ma come…?-
-Come ho fatto ad arrivare
qui prima di voi?- replica il mutante tedesco -Molto semplice: una volta capito
che volevate quella gemma, mi sono informato se ce ne fosse qualche altra in
giro e ho trovato questa. Dopodiché si è trattato solo di aspettare
pazientemente che arrivaste.-
-Ascolta, quello laggiù sarà
anche un bestione senza cervello, ma è il mio bestione senza cervello e non mi
piace che gli si faccia del male.-
Così dicendo Sun spara una scarica di calore contro
Maverick che barcolla ma non cade.
-Grosso errore, baby.- dice
Il suo corpo brilla per un istante mentre lui stringe il
suo fucile da cui parte una scarica che colpisce in pieno Sun.
-Fa male essere colpiti dal
tuo stesso potere?- chiede Maverick.
In quel momento qualcosa lo colpisce con la forza di un
ariete spingendolo contro una delle pareti della camera blindata.
-Se hai fatto del male alla
dolce Sun ti staccherò la testa dal tronco!- urla Perun sollevando la sua
ascia.
Maverick evita il colpo di misura (o è stato Perun a
mancarlo volontariamente?) mentre l’ascia apre uno squarcio nella parete di
metallo rinforzato.
-Niente male amico.- ribatte
-Spero che non ti dispiaccia se non aspetto il secondo colpo.-
Estrae una pistola e spara due proiettili in rapida
successione all’addome del dio slavo. Perun viene sbalzato indietro.
-Mi sono informato su di te.
Un paio di colpi di pistola non dovrebbero farti troppo male, ma dovrebbero comunque
lasciarmi il tempo di farti una domanda: perché diavolo un membro della Guardia
d’Inverno è diventato un ladro di gioielli?-
-Tu non capisci, non puoi
capire.- replica Perun sparando una scarica di arcana energia dalla sua ascia
incantata.
Nella palestra della sede della Guardia d’Inverno
Valentin Vladimirovitch Shatalov, nella sua armatura di Airstrike, guarda i
suoi compagni di squadra. Tre di essi li ha scelti lui stesso per rimpiazzare i
vuoti nei ranghi dopo lo scontro con Ultron e Mad Jim Jaspers.[12]. I
due figli di Omega Red: la taciturna ragazza chiamata Omega Black, ora la nuova
Vanguard, e l’enigmatico Omega White ribattezzato Fantasma. Al loro fianco
Soyuz, ovvero il rinnovato Vostok, androide dalla logica impeccabile.
-Durante l’assenza del
Guardiano Rosso, prenderò io il comando operativo della squadra. Ci sono
obiezioni?- dice loro.
-Non da parte mia.- risponde
con un lieve sorriso Katrina Bulikova con al fianco Elena Ivanova, alias Esper
che rimane silenziosa -La tua esperienza ti rende il più adatto a questo
compito sino al ritorno del Guardiano. Certo sarebbe stato meglio se lui non
avesse deciso di intraprendere una missione solitaria.-
Shatalov sorride a sua volta. Tra lui e
l’autoproclamatasi Stella Nera è in corso uno scontro sotterraneo per il
controllo della squadra ed anche se non gli si oppone apertamente, lei non
manca di punzecchiarlo quando può.
-Il Guardiano Rosso è un
sentimentale.- afferma Airstrike con decisione -Il suo legame con la Romanova
lo rende vulnerabile. Al contrario, io non avrò scrupoli: ci sono nemici della
Nazione liberi nella nostra capitale, noi li scoveremo e li annienteremo senza
pietà.-
Ed alla fine sarà lui e non quella sgualdrina bionda a
vincere la partita.
All’interno di uno degli ascensori del Palazzo della
Lubyanka il Guardiano Rosso esita. Quello che medita di fare significa
disobbedire ad un ordine diretto del suo supervisore. Va contro tutto ciò che
gli hanno insegnato, eppure… non ha scelta: deve sapere la verità.
Attiva il pulsante di uno dei piani sotterranei dove ci
sono le celle. Solo pochi secondi ed è arrivato e prende uno dei corridoi.
Un paio di guardie armate gli si fanno incontro
bloccandogli la strada.
-Di qui non si passa.-
-Non mi riconoscete?-
ribatte Alexi Shostakov -Sono il Guardiano Rosso, leader della Guardia
d’Inverno, ed esigo di vedere la prigioniera Romanova.-
-Spiacente, Guardiano, ma
abbiamo ordine di non far passare nemmeno te.-
-Specialmente te.- ribadisce
l’altra guardia.
Alexi sospira e dice in un sussurro:
-Mi dispiace.-
Scatta improvvisamente strappando il fucile di mano ad
una delle due guardie sferrandogli contemporaneamente un colpo alla gola col
taglio della mano, poi, con incredibile rapidità, vibra un calcio rotante al
mento della seconda.
-Mi dispiace davvero.-
ribadisce superando i due militi svenuti.
Si inoltra per il corridoio, fa un paio di svolte a
destra e poi a sinistra giungendo infine davanti ad una particolare cella.
Solleva lo spioncino e dice:
-Natasha, sono io. Alexi.-
Si accorge subito che qualcosa non va: sul pavimento c’è
una donna seminuda e svenuta e non è Natasha. La sua ex moglie è evasa? La cosa
non lo sorprende: se qualcuno poteva riuscirci, quella era lei. Ma dov’è
adesso?
Solo in quel momento si accorge che sul pavimento ci sono
piccole, macchioline di sangue che formano una scia. Che deve fare? Denunciare
l’evasione oppure…
Dopo un secondo di esitazione decide di seguire le tracce
di sangue.
5.
Maverick è un mutante capace di convertire l’energia
cinetica dei colpi ricevuti in forza fisica o altre forme di energia, questo
gli permette di sopravvivere alla maggior parte degli attacchi che subisce.
Alla maggior parte, non a tutti. La furia scatenata di Perun potrebbe essere
troppo anche per lui.
Non sa dire se è stata la sua agilità o pura fortuna ma
evita la scarica di energia di Perun che vaporizza tutto ciò che incontra,
compresa la parete alle sue spalle.
-Amico, tu dovresti essere
uno dei buoni, ma direi che hai dei seri problemi.- esclama il Tedesco.
-Tu vuoi impedirmi di
prendere la gemma ma io devo averla, devo.- ribatte il dio slavo del Tuono.
-E vale la pena di uccidere
chiunque per farlo?-
Perun apre la bocca ma si accorge di non saper
rispondere.
-Ascoltalo, bestione. Non ti
accorgi che ha ragione.- interviene Sun.
-Loki ha detto…- comincia a
dire Perun.
-E tu ti fidi davvero di uno
che si fa chiamare dio dell’Inganno?-
-Direi che la tua ragazza ha
centrato il punto, amico.- aggiunge Maverick.
-Non sono la sua ragazza.-
precisa Sun.
-Ma davvero? Comunque non mi
riguarda. Allora che si fa: discutiamo da persone civili?-
Alle loro spalle qualcosa o qualcuno si muove non visto.
In un posto lontano da Mosca si svolge un’insolita
riunione.
-Abbiamo aspettato quanto
basta.- afferma il telepate che i suoi compagni chiamano Ni Red o Krassny Ni in
Lingua Russa. -Finalmente è arrivata l’ora di colpire.-
-Non sono d’accordo.-
ribatte quello noto come Zeta Red, lo stesso che ha militato nella Guardia
d’Inverno col nome in codice di Fantasma -Un attacco ora servirebbe solo a
mettere in allerta i nostri nemici. Non abbiamo ancora abbastanza forza.-
-Il periodo trascorso con i
cosiddetti eroi della Nuova Russia ti ha rammollito.- replica l’altro con tono
sprezzante -Abbiamo potere sufficiente per un’azione che farà loro capire che
siamo una forza che va presa sul serio.-
Ed il suo tono di voce fa capire quanto sia determinato.
Il Guardiano Rosso
segue la microscopica traccia di sangue. Si è arrestata davanti ad un’altra
cella, quella di Alexei Mikhailovitch Vazhin, che ora è vuota anch’essa.
Senza volerlo gli sfugge un sorriso. Già una volta la sua
ex moglie aveva dovuto rinunciare a far evadere il vecchio Direttore del F.S.B.[13] e la
sua Natasha non ama i fallimenti.
Continua a seguire le impronte. Da quel poco che sa della
pianta del palazzo, i due fuggiaschi si stanno dirigendo verso un vicolo cieco
ma questo non può essere possibile. Vazhin conosce questo posto come le sue
tasche e sicuramente è al corrente di una via di fuga ignota a tutti. Alexi
deve ammettere che ammira quell’uomo, gran peccato che sia caduto in una
trappola molto stupida.
Mentre fa queste riflessioni, il Guardiano Rosso ode
delle voci che parlano in Inglese. Per sua fortuna, lui è perfettamente padrone
di quella lingua.
-Vi ha mandato, Nick vero?- la voce di Natasha
-Gentile da parte sua, anche se ce la stavamo cavando da soli.-
-Non immaginavo che ti saresti portata dietro
il traditore Vazhin.- Yelena Belova? Questo sì che è interessante. La credeva
negli Stati Uniti -Questo cambia le cose: non ti permetterò di farlo evadere.-
-Allora dovrai combattere, ragazzina, perché
lui viene con noi.-
-Con piacere, vecchia.-
Il
Guardiano Rosso si avvicina con circospezione e giunge in vista del gruppetto
proprio mentre un uomo dal costume rosso, che riconosce come Devil, si
intromette tra le due donne dicendo:
-Calmatevi! Non possiamo permetterci
scaramucce tra noi. Il tempo stringe e dobbiamo uscire di qui.-
La
vera sorpresa è la presenza del Soldato d’Inverno. Qual è il suo ruolo in
questa storia? C’è decisamente qualcosa che gli sfugge.
L’improvvisa
reazione dei presenti fa capire ad Alexi che si sono accorti della sua
presenza. Inutile continuare a nascondersi. Si fa avanti dicendo:
-Temo di non potervelo permettere.-
CONTINUA SU DEVIL & LA VEDOVA NERA
#83
NOTE DELL’AUTORE
Pochissimo davvero da
dire:
1)
Devil
e la Vedova Nera arrivano direttamente dal num. 82 della loro serie dove
potrete leggere una diversa prospettiva della scena finale di quest’episodio.
2)
Il
Soldato d’Inverno e la giovane Vedova Nera arrivano invece dalle pagine di
Vendicatori Segreti #28 che vi
consigliamo caldamente di leggere. -_^
Nel
prossimo episodio: la seconda parte di un crossover che comincia su Devil &
la Vedova Nera #83 e finisce su Vendicatori Segreti #29. Non mancate.
Carlo
[1] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti. Servizio di Sicurezza interna della Federazione Russa
[2] Su Lethal Honey #16/19.
[3] Vezzeggiativo di
Vladimir
[4] La sede del F.S.B. a
Mosca ed un tempo sede del K.G.B.
[5] Vedi Devil & la
Vedova Nera #82.
[6] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il servizio segreto militare russo.
[7] Su Iron Man Vol. 1° #255
inedito in Italia.
[8] Yuri Sergeievitch
Stalyenko, ex vice direttore del Servizio Informazioni Militare ora in carcere per
tentato colpo di Stato.
[9] Diminutivo di Mikhail.
[10]Il Direttore della ora disciolta sezione russa dello S.H.I.E.L.D.
[11] Vezzeggiativo di Yelena.
[12] Negli episodi #42/44.
[13] Su Marvel Knights #61.